Il Primo Dormitorio
“Il progetto del nostro dormitorio ha subito numerose modifiche nel corso del tempo. Fin dall’inizio, volevamo creare un modello che rispondesse a quattro obiettivi principali: praticità, economicità, sicurezza e replicabilità. Il nostro intento era progettare una struttura che garantisse la sicurezza degli studenti, ma che potesse essere realizzata con costi contenuti e materiali generici, facilmente reperibili anche in zone remote.
A partire dal progetto iniziale del 2018 (nell’immagine in basso), l’edificio è stato progressivamente semplificato, eliminando ogni elemento non essenziale. Alla fine abbiamo scartato completamente i piani originali, erano diventati troppo complicati (e troppo costosi) da realizzare. Abbiamo deciso di ripartire da zero.
Ho incontrato con un ex collega del settore edile (Ben Campbell Constructions, Brisbane) e insieme abbiamo riflettuto su come creare un progetto che rispondesse ai principi fondamentali che ci eravamo prefissati. Ci siamo ispirati anche all’architettura romana antica (una nostra passione personale) e ci siamo resi conto che un edificio in stile atrio avrebbe soddisfatto tutte le nostre esigenze.
Avere un cortile interno garantiva che i ragazzi potessero stare al sicuro all’interno dell’edificio e, fungendo l’edificio stesso da muro perimetrale, non era necessaria alcuna recinzione esterna. Il design ad atrio consentiva inoltre la raccolta dell’acqua piovana dal tetto verso serbatoi posti sul retro. I dormitori maschili e femminili potevano essere naturalmente separati nelle due ali dell’edificio e il pozzo poteva essere collocato nel cortile centrale, protetto anch’esso dalle mura della struttura.
Il progetto ad atrio si è anche rivelato il metodo più conveniente, in quanto, essenzialmente, stiamo costruendo una grande, semplice struttura con un’apertura centrale. Anche se può sembrare poco attraente a dirsi, questo spazio centrale funziona anche come sistema naturale di ventilazione, che disperde il calore.
Abbiamo progettato finestre e mattoni forati sia sulle pareti esterne che su quelle interne, così da forzare un flusso d’aria che crea una brezza capace di espellere naturalmente l’aria calda dalla parte centrale del tetto.


Successivamente, abbiamo progettato il sistema idraulico ed elettrico nel modo più efficiente possibile. Posizionando tutti i bagni nella parte posteriore, accanto ai serbatoi d'acqua alimentati per gravità, siamo così riusciti a eliminare la necessità di pompe. Inoltre, sfruttando la pendenza naturale del terreno, abbiamo potuto progettare un sistema di scarico che defluisce naturalmente verso una fossa settica situata oltre il retro dell’edificio. Anche l’impianto elettrico è stato pensato con la stessa logica: i soffitti a volta permettono di ridurre al minimo il cablaggio e consentono l’installazione diretta di luci e ventilatori alle travi del tetto.
Volevamo ospitare il maggior numero possibile di studenti, per garantire l’accesso anche a chi vive nelle comunità più remote intorno alla Scuola di Nechishala. Allo stesso tempo, però, era importante che gli studenti si sentissero a proprio agio e non sovraffollati. Per questo abbiamo progettato pareti interne più alte dello standard e una larghezza interna sufficiente per ciascuna ala. Questo ci ha permesso di inserire letti a castello su entrambe le pareti in ogni ala. Una parete divisoria a mezza altezza separerà ogni letto, garantendo la necessaria privacy e lasciando spazio per una finestra esterna, utile per la ventilazione.
Con le ali separate per ragazzi e ragazze, l’edificio potrà ospitare in totale cento studenti. Sappiamo che attualmente circa venti studenti della Scuola di Nechishala dormono già nelle aule, cucinano su fuochi all’aperto e si lavano nel fiume sottostante, pur di avere accesso all’istruzione. La nostra struttura offrirà non solo un alloggio sicuro a questi studenti, ma renderà anche accessibile la scuola a molti altri giovani che fino ad ora si sono sentiti troppo lontani per poter studiare.
Dopo una consultazione con World Vision Zimbabwe e con il loro subappaltatore Halsteds, siamo riusciti a trasformare il nostro progetto in disegni tecnici esecutivi. Ora crediamo di aver trovato il design più economico, pratico e sicuro possibile, che ci permette di evitare qualsiasi spesa superflua. Siamo convinti che ciò che possiamo ottenere con questa struttura – cento studenti ospitati in sicurezza, con acqua corrente, bagni ed elettricità – sia un risultato straordinario rispetto al costo di costruzione. Con una cifra che in Australia coprirebbe a malapena i lavori di movimento terra, riusciamo a costruire un dormitorio di 100 metri quadrati.
Crediamo nel valore di ogni singolo euro, e con il progetto della Nechishala Boarding House crediamo di aver sfruttato al massimo ogni risorsa.”
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